Da quando l’Italia ha ratificato la Convenzione sui diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU, è cambiato lo scenario politico, giuridico e culturale. Le persone con disabilità non devono più chiedere il riconoscimento dei propri diritti, ma sollecitare la loro applicazione e implementazione.
E’ questa la premessa del Piano d’azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 dicembre 2013 e si articola in sette linee di azione.
La prima linea di intervento riguarda la revisione del sistema di accesso, del riconoscimento e della certificazione della condizione di disabilità e l’intervento a livello socio-sanitario.
Si parte con la riforma della Legge 104/92 con l’introduzione della definizione di persona con disabilità, concetto che sarà diffuso in tutto il territorio nazionale. I benefici, inoltre, sono già stati formulati dalla legge 328/2000: sostegno del reddito, interventi assistenziali e aumento dei processi di inclusione sociale, principale strumento per assicurare dignità alle persone.
La seconda parla dilavoro e occupazione: va aggiornata la norma in vigore, va creato un collocamento ad hoc per persone con disabilitàcome previsto dalla legge 68/99.
La terza riguarda politiche, servizi e modelli organizzativi, per promuovere l’indipendenza e l’inclusione dei disabili nella società. Si segue l’articolo 19 della Convenzione ONU e dunque si migliora la normativa italiana eliminando eventuali situazioni di segregazione, va verificato che i servizi siano adatti e destinati a tutti.
Per quanto riguarda la promozione dell’indipendenza del soggetto, va garantita la partecipazione alla vita comunitaria da parte del disabile.
Per quanto riguarda il punto di vista abitativo, inoltre, il disabile è libero di scegliere il luogo di residenza e, dunque, si deve garantire l’accessibilità del maggior numero di edifici.
Per la persona con disabilità, le norme dovranno garantire i servizi e le possibilità di finanziamento.
A queste si aggiunge anche la protezione giuridica: la persona disabile deve diventare protagonista della propria vita ed è lei a decidere per la propria salute, per il patrimonio e l’esistenza con particolare riguardo al consenso terapeutico.
La quarta linea di intervento parla dei principi di accessibilità e mobilità:
l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati. Per quanto riguarda il sistema educativo e formativo si dovrà provvedere all’inserimento nei curricula scolastici e universitari delle tematiche relative alla accessibilità. Si dovrà promuovere la cultura del turismo accessibile.
La quinta è relativa ai processi formativi e all’inclusione scolastica.
Vanno attivate reti di supporto, consulenza e formazione, molto importante in tal senso è il ruolo ricoperto dall’insegnante di sostegno nelle scuole, nei CTP (Centri Territoriali Permanenti, dove si insegna agli anziani) e nei corsi serali. Il sostegno agli studenti disabili deve essere di qualità.
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La sesta riguarda la salute e il diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione. Questa linea di intervento si suddivise in diversi livelli:
Sostegno prenatale e neonatale: verranno sviluppati servizi di accoglienza a bambini con disabilità abbandonati in culla, servizi di supporto per le madri che portano a termine gravidanze a rischio e servizi sanitari accessibili diretti alle donne.
Politiche sulla salute delle persone con disabilità: prevede l’istituzione della figura di un Disability&Case Manager in grado di esaminare le varie richieste ed esigenze con il cittadino stesso per fornire la giusta risposta ai suoi bisogni, attuare subito un piano di trattamento e una presa in carico individuale.
Un altro vantaggio sarebbe quello di ridurre i tempi di attesa per le prestazioni, fare una precoce individuazione delle patologie.
Un altro punto riguarda il miglioramento del settore di abilitazione e riabilitazione con un’armonizzazione dal punto di vista legale. Serve un’innovazione legale che parta dall’autodeterminazione delle persone con disabilità e va ridotta la frantumazione dei servizi di riabilitazione applicando la classificazione ICF (la classificazione internazionale di disabilità).
Settima e ultima linea guida, è quella relativa alla cooperazione internazionale con l’obiettivo disviluppare un piano di azione per i disabili della Cooperazione italiana.
gennaio 2014
Fonte: www.fondazioneserono.it