Vene coinvolte in diverse malattie neurodegenerative  

Il “fattore vene” protagonista non solo nella sclerosi multipla, ma anche nell’Alzheimer e nel Parkinson, questo uno dei temi più importanti emersi nel Congresso Veinland all’Isola di Albarella (Rovigo) il 16 – 17 maggio 2014, che il Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara, diretto dal Prof. Paolo Zamboni ha organizzato  su “Innovazione ed eccellenza in Flebologia” con la presenza di relatori che  nei rispettivi campi di Ricerca sono ai vertici di Università internazionali.

Paolo Zamboni Ferrara

L’Insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI): il ritorno venoso cerebrale, identificato inizialmente sul primo modello, quello della Sclerosi Multipla (SM), è stato successivamente studiato in altre malattie neurologiche, confermandosi un fattore chiave per meglio comprendere il fenomeno neurodegenerativo. In particolare, il prof. Marc Haacke, (Detroit, Usa), uno dei più autorevoli scienziati che sviluppano i sistemi più moderni di risonanza magnetica, ha presentato uno studio in via di pubblicazione, compiuto in Cina con supervisione statunitense, in cui si dimostra il legame tra ostacolato scarico nelle vene cerebrali (anche in vene diverse rispetto a quelle coinvolte nella SM) e morbo di Parkinson.

Marc Haacke (Detroit – Usa)

Un altro legame molto interessante emerso negli studi presentati al Veinland è quello che lega al flusso invertito nelle vene giugulari il Morbo di Alzheimer e alcune forme di demenza vascolare (Robert Zivadinov, Buffalo, Usa).

Robert Zivadinov (Buffalo – Usa)

Questa correlazione, appena pubblicata nel Journal of Alzheimer, mostra che nel corso di questa malattia neurodegenerativa del sistema cognitivo il numero di lesioni visibili in risonanza magnetica aumenta in presenza di un flusso anomalo nella vena giugulare interna, divenendo di fatto un fattore prognostico negativo per questa grave patologia.

Altri tre relatori, con sistemi oggettivi e innovativi rispettivamente di flebologia con catetere (Pierfrancesco Veroux, Catania), ecografia con mezzo di contrasto (Marcello Mancini, Napoli), e risonanza magnetica avanzata (Stefano Bastianello, Pavia), hanno ribadito che nei pazienti con SM si assiste a un prolungato tempo di scarico del sangue nell’attraversamento della vena giugulare interna.

Pierfrancesco Veroux (Catania)

Di estremo interesse la tavola rotonda sulle ulcere venose, a causa della diffusione e quindi della ricaduta sociale di questa patologia, che colpisce l’1 % della popolazione generale: ossia, ogni cento persone almeno una di queste ha o avrà una lesione negli arti inferiori. Sono stati presentati risultati che fanno sperare che si disporrà a breve di biomarcatori in grado di predire su quali pazienti si potrà sviluppare questa grave complicazione, per sottoporli in anticipo a cure adeguate preventive: tema, questo, che è stato sviluppato particolarmente da Joseph Raffetto (Harvard, Boston, Usa).

Infine, nell’ambito del progetto Brain Drain – a cui partecipano l‘Agenzia spaziale italiana (Asi) e la Nasa – è stato presentato un sistema speciale (pletismografo) in grado di indagare il circolo cerebrale venoso sugli astronauti, che rappresenta il tentativo di poter monitorare a distanza, in telemedicina, la circolazione cerebrale.

  l’astronauta Samantha Cristoforetti

Questo modello, che sarà sperimentato dall’astronauta Samantha Cristoforetti in una missione nello spazio, potrà essere utilizzato in un domani molto vicino, su pazienti con malattie neurovascolari.

FONTE: ITALIASALUTE.IT
Skip to content