La nostra società è indifferente al dolore degli individui, alla sofferenza, a tutto ciò che fa star male, a tutto ciò che viviamo con dolore.
E questo fa paura.
Questo tipo di atteggiamento è un segnale della china pericolosa che sta prendendo la nostra società.
Alberto Moravia scrisse “Gli indifferenti” pubblicato nel 1929. Per lo scrittore, l’indifferenza è inerzia morale, passività esistenziale, superficialità, con cui la società borghese si pone nei confronti dei problemi dell’esistenza, dei valori più veri e profondi insiti nell’uomo.
L’indifferenza è un male oscuro che divora l’umanità, che spiazza, che divora la società civile. Nonostante tutto bisogna avere fiducia nell’essere umano e credere che questa non sia veramente la sua natura.
C’è bisogno di esempi belli, di ispirazione. Ognuno di noi guardi davanti a sé e al proprio fianco, soffermandosi sull’altro. E non solo sul proprio IO.
Vale anche per le Istituzioni, per quelle che hanno le Consulte dei disabili, o quelle con regolari Registri di iscrizione. Che poi a volte rimani solo un numero amministrativo.
Abbiamo bisogno di forze in campo, di persone che vestano i nostri stessi panni che stiano dalla nostra parte, con cui ci si possa confrontare e riescano a capire ciò di cui abbiamo bisogno. Che ascoltino e risolvano i problemi, che come associazione di disabili riscontriamo da tempo.
Care Istituzioni siete PRESENTI o INDIFFERENTI?